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Festival dei 2Mondi, è ufficiale torna l’Opera | Presentato al MiC il programma di Spoleto66

La Conferenza del Festival di Spoleto 2023

Parte delle lungaggini sulla data di presentazione del programma sono legate proprio alla mancanza del Ministro Gennaro Sangiuliano in persona, che non è riuscito a trovare una data utile, e in tempo, per partecipare di persona alla conferenza odierna. Ma poiché la macchina deve andare avanti e, fatto non secondario, è anche tempo di iniziare le prevendite degli spettacoli, si è optato per la data odierna, presente il Sottosegretario, peraltro assiduo frequentatore del Festival e dunque amico di Spoleto.

Nei discorsi introduttivi non è mancato da parte del Sottosegretario Mazzi il sostegno alla manifestazione, sottolineando i valori imprescindibili a cui il Ministero guarda per Spoleto: la multidisciplinarietà del Festival e il rafforzamento continuo del legame dello stesso con il territorio così da creare un circolo virtuoso di scambio a favore di entrambi.

Molto più da “Sindaco” che da “Presidente” della Fondazione l’intervento di Andrea Sisti che ha ricordato la recente candidatura di Spoleto a Capitale della Cultura 2025. Come è noto ha vinto Agrigento, ma Sisti tiene a spiegare alla platea festivaliera che “non abbiamo perso…”, includendo tra i vantaggi della sconfitta il fatto che le idee rimangono e si possono sempre realizzare. Il tutto intonando il mantra della sostenibilità, dei progetti museali sul patrimonio della Fondazione (vedi costumi di scena) o dei collegamenti con il territorio come il Carcere di Spoleto, coinvolto anche quest’anno nella programmazione con una pièce teatrale. Poi Sisti non resiste e spoilera, con una certa modestia, uno degli appuntamenti del programma, quello più affine a lui che è Agronomo di professione: “Avremo Stefano Mancuso, che parla con le piante e lavora sulla Plant Evolution, ed è un collega agronomo, diciamo molto più importante di me”. Agronomi forever, diciamo!

Molto più “spiccia” Donatella Tesei, che dopo alcuni passaggi di convenevole rimarca come il Festival sia importantissimo e di traino anche economico per il sistema Umbria, scandendo le parole per ribadire che Spoleto si immerge nel Festival ed anche il Festival si deve immergere in Spoleto. Come a dire che non esiste l’uno senza l’altro e viceversa. Per un impegno simile il budget regionale rimane incollato da anni a poche decina di migliaia di euro, più o meno 80mila, a fronte di diverse centinaia di migliaia di euro (quest’anno si arriva a quasi 700mila) destinati a Umbria Jazz. Un tempo la giustificazione di una simile forchetta era legata al fatto che Spoleto aveva il sostegno del Ministero con contributi sostanziosi (all’inizio quasi 2,5 milioni più altro) e UJ no. Ma ora che anche UJ percepisce qualcosa di più di un milione di euro di sostegno, un piccolo riequilibrio sarebbe stato auspicabile. Anche perché entrambe le manifestazioni hanno da molto tempo travalicato i confini nazionali e sono entrambe ambasciatrici di un territorio e di un modo di fare arte e cultura che non ha eguali.

Festival, il programma “delle mie brame…”

Quando tocca la parola alla Direttrice Artistica Monique Veaute, il tempo a disposizione è già abbastanza consumato e la Veaute, che ha ancora qualche inciampo nella fluidità dell’Italiano, è costretta ad una rincorsa che alla fine avrà un epilogo surreale quanto curioso. La Veaute è infatti costretta a saltare quasi tutta la parte dedicata alla presentazione della Danza perchè gli viene detto di chiudere baracca e burattini

vista l’ora tarda. E la Direttrice Artistica non potrà fare altro che dire: “troverete tutto nella cartella che avete…”, affiancata da Paola Macchi, Direttore Amministrativo e Marco Ferullo, consulente musicale e della comunicazione. E ovviamente nel sito aggiungiamo noi. Poco male.

Musica e Teatro Musicale

Sul ritorno dell’Opera a Spoleto, Pelléas et Mélisande di Claude Debussy (24–25 giugno, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti), si sono consumati fiumi di parole, inchiostro ed ettolitri di caffè-chiacchiericcio al bar. Vi rimandiamo agli articoli di Tuttoggi nei quali già tutto era stato detto problematiche incluse.

Il cast internazionale di voci include Bernard Richter e Patricia Petibon come Pelléas e Mélisande, e ancora Nicolas Testé (Arkël), Tassis Christoyannis (Golaud), Yvonne Naef (Geneviève) e Peter Harvey. I costumi sono di Anna Biagiotti e le scene di Andrea Tocchio.

Confermiamo che l’Opera non sarà lo spettacolo di apertura, e la novità in più che il M° Fischer svela alla platea di Roma è che l’Orchestra sarà sul palcoscenico invece che nel consueto Golfo Mistico, disposta intorno ai principali elementi scenici (dei cubi di altezza variabile) sui quali ci saranno i cantanti. Una scena inevitabilmente statica o poco meno, che per 3 ore abbondanti di Opera fa riflettere. Di buono c’è che i costumi questa volta saranno tutti lavorati a Spoleto con maestranze locali e con il coordinamento della spoletina Monica Trevisani, già impegnata nel progetto di recupero dei costumi storici di scena del Festival, e nelle mostre curate insieme a Piero Maccarinelli.

Mentre risulta irricevibile ancora una volta la giustificazione addotta in conferenza stampa da Monique Veaute, che per 2 anni siamo stati senza Opera a causa del Covid. Lo ripetiamo, chiedete al Lirico Sperimentale e allo Sferisterio di Macerata e molti altri in Italia se non basta, come hanno fatto a fare l’Opera nello stesso identico periodo. Ma per carità facciamola finita!

Concerto di apertura e chiusura

Per il concerto inaugurale di venerdì 23 giugno la Piazza del Duomo ospita l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e il direttore ceco Jakub Hrůša, scelto dalla Royal Opera House, a soli 40 anni, come successore di Antonio Pappano A Spoleto propone un programma monografico che include la Sinfonietta, tre Danze di Lachi e la sua personale Suite da La piccola volpe astuta, con scene dall’opera originale.

I musicisti della Budapest Festival Orchestra danno il via alla rassegna di Concerti di mezzogiorno MusicAnimalia (24–25 giugno, Chiesa di Sant’Agata e non più a Santa Eufemia), che continua anche nei due weekend successivi con la partecipazione dell’Orchestra da Camera di Perugia (30 giugno–2 luglio e 7–9 luglio, Chiesa di Sant’Agata): sette diversi programmi musicali, da Olivier Messiaen a Sylvano Bussotti, da Franz Schubert a Luciano Berio.

Anche il concerto finale di domenica 9 luglio (Piazza Duomo) è una grande riflessione sulla natura, quella di Gustav Mahler, L’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e Antonio Pappano sono interpreti, con il mezzosoprano Sasha Cooke, dei Lieder eines fahrenden Gesellen e della Sinfonia n. 1 Titano.

Le canzoni d’amore del popolo Quechua delle Ande sud-americane hanno ispirato Olivier Messiaen per il suo ciclo di Lieder Harawi, che ilFestival dei Due Mondi presenta in prima assoluta nella nuova messa in scena concepita da Silvia Costa per i suggestivi spazi di San Simone (24–25 giugno e 1–2 luglio), con la voce del soprano Katrien Baerts e Costanza Principe al pianoforte.

Doppio appuntamento del tanto amato (dalla direzione artistica) Teatro Musicale.

Il primo, quello che vede protagonista l’attrice Laetitia Casta nelle vesti di Clara Haskil, geniale pianista rumena ed ebrea, accompagnata al pianoforte da Isıl Bengi (30 giugno–1° luglio, Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi). Il cineasta e regista Safy Nebbou, che aveva già diretto la Casta a teatro in Scene da un matrimonio di Bergman.

Torna poi al Festival dei Due Mondi Alessandro Baricco che presenta in prima assoluta il suo nuovo spettacolo Tucidide. Atene contro Melo (29 giugno, Piazza Duomo). L’autore è in scena come voce narrante insieme alle straordinarie Stefania Rocca e Valeria Solarino per un concerto-spettacolo con le musiche dei 100cellos, il prodigioso ensemble diretto da Enrico Melozzi e dal suo fondatore Giovanni Sollima. Interessante e sicuramente consigliabile.

Avanti Pop e contorni…

Grazie all’esperienza specialistica del curatore musicale Marco Ferullo, torna l’elettronica mondiale, con Max Cooper, con una potente performance (28 giugno, Teatro Romano). Oltre al suono, Cooper controlla dal vivo le immagini proiettate sullo sfondo del Teatro Romano, guidando lo spettatore in un viaggio multisensoriale e immersivo.

Il secondo Weekend si apre con la voce di Imany

– “fede” in swahili e nome d’arte di Nadia Mladjao, in Piazza Duomo con il suo concerto-spettacolo Voodoo Cello (1° luglio). Nata a Marsiglia da una famiglia originaria delle Isole Comore, Imany incanta il suo pubblico con composizioni ispirate a soul, folk e blues, con l’accompagnamento di otto violoncelli

Sempre a Piazza Duomo di Spoleto, rinnovando la collaborazione con Umbria Jazz, arriva la cantante americana rivelazione Rhiannon Giddens (6 luglio), accompagnata dal polistrumentista Francesco Turrisi e di cui abbiamo già parlato in occasione della presentazione di Umbria Jazz.

Ufficialità anche per il concerto gratuito presso la Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli dell’artista americano Cameron Carpenter, classe 1981 e spesso agghindato con abbigliamento post punk con cresta da moicano. Non se ne abbiano a male al Festival ma se il concerto è anche gratuito, farlo ad Assisi è una vera coltellata. Ma la questione appare irrisolvibile, frutto di posizioni inconciliabili e di verità tutte da verificare, come quella della mancanza di organi disponibili.

Quello che si può vedere nel video che segue, ad esempio, è il meraviglioso organo del 1500 presente a Trevi, nella Chiesa di San Francesco ed attiguo al rinnovato Museo di San Francesco, dove è stata girata questa clip appena un mese fa. Capiamo che uno come Carpenter ha bisogno di spazio e modernità, tante tastiere, registri e pedaliere monstre, ma se si vuole fare un concerto perchè come dice Monique Veaute in conferenza “l’organo è uno strumento poco eseguito…”, a Trevi, ad esempio, nessuno si sarebbe opposto crediamo.

Teatro

Spoleto66 saluta il ritorno del regista Leonardo Lidi-presente a Roma- con la seconda tappa della sua trilogia su Anton Čechov, portando in scena tutta l’attualità delle vite dei suoi personaggi con Zio Vanja (24-26 giugno, Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi), come anticipato da Tuttoggi.info.

Sbarca a Spoleto il vincitore del Premio Nacional de Literatura Dramática 2021 Pablo Remón, autore e regista dell’esilarante commedia Ciarlatani (5–8 luglio, Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi), che segna il ritorno al Festival di Silvio Orlando, tra i più versatili e premiati attori italiani, presente in conferenza stampa a Roma

Anche quest’anno i detenuti della media e dell’alta sicurezza della Casa di Reclusione di Maiano danno vita a un’opera originale, ispirata al Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare (5–6 luglio, Casa Circondariale di Maiano di Spoleto). Il progetto è curato da Giorgio Flamini, fondatore della Compagnia #SineNOmine.

Il regista Antonio Latella guida i giovani talenti della Compagnia dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico per Il Male sacro (7–9 luglio, Teatrino delle 6 Luca Ronconi), nuova produzione in prima assoluta che mette in scena il testo del commediografo e regista umbro Massimo Binazzi, a quarant’anni dalla scomparsa.

Luca Marinelli, attore fra i migliori della sua generazione nominato cinque volte ai David di Donatello, firma a Spoleto la sua prima regia teatrale con la trasposizione del racconto di Franz Kafka Una relazione per un’accademia (8–9 luglio, Auditorium della Stella).

La proposta di Teatro si arricchisce della presenza a Spoleto dell’artista rivelazione del teatro sperimentale contemporaneo, il drammaturgo e regista franco-uruguaiano Sergio Blanco, che interpreta la conferenza-spettacolo Divina Invención o la celebración del amor (30 giugno – 2 luglio, Auditorium della Stella).

Danza

Il cartellone della sezione Danza viene da sempre considerato la calamita di attrazione del pubblico che viene per un balletto e poi si ferma anche per altro. Cartellone rimasto blindato fino all’ultimo e che riserva qualche interesse.

Torna a danzare a Spoleto dopo dieci anni Benjamin Millepied (data unica 25 giugno), coreografo tra i più apprezzati a livello internazionale – Direttore dell’Opéra National de Paris dal 2014 al 2016 e consacrato sul grande schermo dal film Il cigno nero con l’attrice Natalie Portman, sua compagna. Millepied è coreografo e interprete dello spettacolo in prima nazionale Unstill Life, concepito con il pianista Alexandre Tharaud.

Per Spoleto c’è poi la nuova creazione di Sharon Eyal: ex-danzatrice della Batsheva Dance Company e musa del coreografo Ohad Naharin (forse la più entusiasmante compagnia di ballo vista durante le gestione artistica di Giorgio Ferrara), ha concepito il nuovo spettacolo Into the Hairy (30 giugno–3 luglio, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti) insieme al compagno Gai Behar, con la musica elettronica originale del musicista rivelazione dell’elettronica britannica Koreless e i costumi di Maria Grazia Chiuriper Christian Dior Couture.

Il rapporto tra umano e animale è al centro del nuovo lavoro di Fernando Montaño (2 luglio, Teatro Romano), ballerino colombiano ed ex solista del Royal Ballet- presente a Roma- creatore di uno stile che fonde tango, folklore africano, danza classica e danze urbane. Nello spettacolo Buena ventura

, presentato al Festival in prima assoluta.

Torna anche il duo di danzatori portoghesi Jonas&Lander, visti nel 2021 e che per celebrare i dieci anni di collaborazione, portano tre spettacoli a San Simone e al Complesso monumentale di San Nicolò in un paesaggio irreale influenzato da Hieronymous Bosch in Lento e Largo (6 luglio), il corpo come strumento percussivo in Cascas d’OvO (7 e 9 luglio), la performance ibrida tra danza e concerto di Bate Fado (8 luglio).

A Spoleto66 anche il coreografo tedesco Marco Goecke che porta a Spoleto in residenza tre lavori che ne riassumono lo stile (7–8 luglio, Teatro Romano): In Tué la musica della cantautrice francese Barbara contrasta con i movimenti veloci e nervosi della danzatrice Maude Sabourin; per Midnight Raga Goecke si lascia affascinare dalla musica indiana di Ravi Shankar, mentre l’atmosfera delicata ed estiva di Whiteout è ispirata invece da alcuni versi di Le visage de la Paix del poeta francese Paul Eluard.

La sezione Danza si chiude con «M», il nuovo lavoro della coreografa canadese Marie Chouinard presentato in prima nazionale (8–9 luglio, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti). Punto di riferimento per l’arte coreutica dagli anni Novanta, e direttrice della Biennale Danza di Venezia dal 2017 al 2020,

E per non farsi mancare nulla torna a grande richiesta il grande ballo virtuale di Blanca Li Le Bal de Paris (28 giugno–2 luglio, 4–9 luglio), dopo il successo della scorsa edizione. ideata dalla coreografa andalusa e, indossando gli abiti di Chanel, volteggia fra scintillanti sale da ballo e magiche feste in giardino.

Tutto il resto…

Come sempre, ruota intorno al Festival una serie di iniziative di contorno per tutti i gusti. Di sicuro la più importante è l’intervento della Fondazione Carla Fendi, Main Partner del Festival, che arricchisce la proposta culturale di Spoleto66 con TUTTO È NUMERO, un progetto interdisciplinare che dalla matematica all’arte generativa, dalla musica ai processi di Machine Learning fa riflettere su ciò che rende l’essere umano capace di creare. L’Ex Battistero della Manna d’Oro ospiterà per tutto il periodo del Festival una video installazione di Gabriele Gianni sulla forza creatrice del pensiero astratto realizzata con gli strumenti dell’Intelligenza Artificiale. Nella giornata conclusiva del Festival è in programma al Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi un confronto tra personalità del mondo della matematica, della musica e della AI. Il Premio Carla Fendi STEM 2023 sarà conferito ad una eminente personalità della matematica nella serata conclusiva.

Senza far torto a nessuno, tutto il resto delle iniziative e dei programmi sono consultabili sul sito ufficiale del Festival, online da questo pomeriggio.

Cosi come anche tutti i riferimenti per l’acquisto in prevendita dei biglietti e le varie scontistiche e promozioni presenti.

Il manifesto ufficiale del Festival

In chiusura confessiamo di non essere riusciti a “capire” il manifesto ufficiale del Festival, che è opera di Enzo Cucchi. Chiediamo aiuto.

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