Oscar 2023, il vincitore è ‘Everything everywhere all at once’. La cronaca della serata

La cerimonia di consegna degli Academy Award al Dolby Theatre di Los Angeles. L’inizio con lo “champagne carpet”, l’arrivo di Jimmy Kimmel sceso sul palco con un paracadute, le lacrime di Jamie Lee Curtis premiata a sorpresa, le performance di Lady Gaga e Rihanna, gli omaggi i look (promossi e bocciati). Italia a bocca asciutta: battuti Alice Rohrwacher con il suo corto ‘Le pupille’ e Aldo Signoretti, candidato per il trucco di ‘Elvis’. Trionfa il film con Michelle Yeoh che porta a casa sette statuette su undici nomination

Il cast di 'Everything everywhere all at once'

Il cast di ‘Everything everywhere all at once’ (afp)



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L’Oscar per il miglior film va a ‘Everything everywhere all at once’

Con sette statuette, inclusa quella per il miglior film, su undici nomination, Everything everywhere all at once è il trionfarore dell’edizione 2023 degli Academy Awards. 

Oscar per la migliore attrice protagonista a Michelle Yeoh per ‘Everything everywhere all at once’

E’ ancora Everything everywhere all at once, anche per il premio alla migliore attrice protagonista, che viene assegnato a Michelle Yeoh

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Migliore attore protagonista, l’Oscar va a Brendan Fraser

L’Oscar per il migliore attore protagonista è andato a Brendan Fraser per The whale. Un premio ampiamente annunciato grazie alla performance nel film di Darren Aronofsky che lo ha riportato sul grande schermo dopo lunga assenza in un ruolo drammatico, quello di un professore che soffre di grave obesità e tenta di riallacciare i rapporti con la figlia adolescente per cercare un’ultima possibilità di riscatto. 

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Lenny Kravitz suona ‘In memoriam’. L’omaggio a Gina Lollobrigida

Con Lenny Kravitz al pianoforte l’Academy ha ricordato gli amici scomparsi, come tradizione. Tra questi, anche Gina Lollobrigida. Il segmento In Memoriam ha citato tra gli altri Irene Papas, Kirstie Allen, Ray Liotta, Irene Cara, Jean Luc Godard, Burt Bacharach, Angela Lansbury, Vangelis, James Caan, Raquel Welch e tanti altri che, anche da dietro le quinte, hanno contribuito alla magia dell’industria dei sogni. Tra questi il truccatore italiano Maurizio Silvi di Moulin Rouge e Il grande Gatsby.

Nicole Kidman e Keith Urban, un bacio da Oscar

Effusioni e bacio finale per una delle coppie più belle e longeve di Hollywood: Nicole Kidman e Keith Urban si sono scambiati un bacio sullo “champagne carpet” prima dell’ingresso in teatro per seguire la cerimonia di consegna degli Oscar.

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Oscar per il montaggio e per la regia a ‘Everything everywhere all at once’

Continua a incassare statuette il film di Dan KwanDaniel Scheinert Everything everywhere all at once che porta a casa anche quella per il miglior montaggio, assegnata a Paul Rogers, e quella per la migliore regia.

Oscar per la miglior canzone: ‘Naatu naatu’ batte Rihanna e Lady Gaga

L’Oscar per la migliore canzone originale è stato vinto da Naatu naatu dal film RRR. La musica è di M.M. Keeravaani, il testo di Chandrabose. RRR è una saga epica nella lingua indiana Telugu diretta da S. S. Rajamouli. In gara, oltre alla sfida tra Rihanna e Lady Gaga, c’era anche Applause dal film collettivo Tell it like a woman con musiche e testo di Diane Warren, la cui produzione è italiana di ILBE di Andrea Iervolino e Lady Bacardi e We Do It Together di Chiara Tilesi e con Maria Sole Tognazzi tra le sette registe.

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Il rombo dei motori: il miglior sonoro è quello di ‘Top gun: Maverick’

L’Oscar per il miglior sonoro è stato vinto da Mark Weingarten, James H. Mather, Al Nelson, Chris Burdon e Mark Taylor per il film Top gun: Maverick.

Tutti in piedi per Rihanna, il pancione c’è ma si vede poco

Stavolta non ha mostrato il pancione, come aveva fatto nello show al SuperBowl, lo scorso febbraio, ma Rihanna, in abito scuro lungo, è stata ancora grande protagonista con Lift me up, un tributo a Chadwick Boseman, sfortunato attore di Black Panther scomparso nel 2020 a soli 43 anni. Al termine del brano, candidato all’Oscar come miglior canzone originale, tutta la platea le ha tributato una standing ovation.

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Halle Berry, il super spacco con sorriso

Uno spacco profondissimo, un fisico perfetto, un gran sorriso: tutti elementi con i quali giocare davanti ai fotografi schierati lungo lo “champagne carpet”. Quello di Halle Berry, 54 anni, è stato uno dei look più apprezzati della notte delle stelle. Firmato da Tamara Ralph, total white con fiori e sandali oro, ha permesso all’attrice di mostrare i risultati di un duro lavoro in palestra.

(ansa)

Oscar per la migliore sceneggiatura non originale a ‘Women talking’

L’Oscar per la migliore sceneggiatura non originale va a Sarah Polley per Women Talking – Il diritto di scegliere (leggi la recensione) con Rooney Mara, Claire Foy, Jessie Buckley, Ben Whishaw, Frances McDormand. Il film trae spunto dal romanzo Donne che parlano della scrittrice canadese Miriam Toews, ed è il secondo film di finzione scritto e diretto dall’attrice, sceneggiatrice e regista canadese Sarah Polley, già autrice del documentario Stories we tell e di Away from her – Lontano da lei.

 

Un’altra statuetta nel metaverso: la migliore sceneggiatura originale è quella di ‘Everything everywhere all at once’

Un altro Oscar per Everything everywhere all at once, che conquista la statuetta per la migliore sceneggiatura originale. Il film di Dan KwanDaniel Scheinert (premiati per la sceneggiatura) racconta di Evelyn e il marito Waymond, cinesi americani con una lavanderia a gettoni, che sono indietro con le tasse e devono presentarsi presso l’ufficio della IRS con vari documenti che giustifichino la detrazione delle spese. Della famiglia fanno parte anche il nonno materno Gong Gong e la figlia Joy, con una relazione mal digerita dalla madre. Nell’ufficio di Evelyn la banalità della sua vita viene travolta da una sconcertante missione: il multiverso è in pericolo e la donna, assumendo in sé le capacità delle proprie varianti da altri mondi, deve cercare di arrestare una misteriosa entropia cosmica.

Un Oscar sulla via dell’acqua: gli effetti speciali vanno a ‘Avatar’

L’Oscar per i migliori effetti speciali è stato vinto da Joe Letteri, Richard Baneham, Eric Saindon e Daniel Barrett per Avatar – La via dell’acqua di James Cameron.

Altri due Oscar in trincea: scenografia e colonna sonora a ‘Niente di nuovo sul fronte occidentale’

Niente di nuovo sul fronte occidentale, il film Netflix tratto dal celebre romanzo di Erich Maria Remarque, porta a casa altre due statuette (e siamo a quattro): quella per le migliori scenografie e quella per la migliore colonna sonora. La statuetta per la scenografia va a Christian M. Goldbeck ed Ernestine Hipper, per la colonna sonora è stato premiato il compositore e pianista tedesco Volker Bertelmann.

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Standing ovation per Lady Gaga che canta ‘Hold my hand’

Una straordinaria performance di Lady Gaga ha animato la notte degli Oscar. La star si è esibita con Hold my hand, la canzone candidata per il film Top gun: Maverick. Al termine dell’esibizione tutto il teatro in piedi per l’artista. “Abbiamo tutti bisogno di eroi, trova il tuo eroe dentro di te” ha esordito Lady Gaga prima di esibirsi con un look completamente diverso da quello con cui era arrivata in teatro: al posto dell’abito da sera Versace è apparsa sul palco completamente struccata, capelli raccolti, jeans e t-shirt. 

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Ancora animali, anche per il miglior corto animato: vince ‘Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo’

Un altro momento della serata con animali protagonisti: dopo l’asinella di Gli spiriti dell’isola portata sul palco da Jimmy Kimmel e il premio alla storia dell’elefantino Raghu, a vincere l’Oscar per il miglior corto animato è stato Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo di Charlie Mackesy e Matthew Freud.

Oscar per miglior corto documentario a ‘Raghu, il piccolo elefante’

Una storia vera, straordinaria e commovente quella raccontata da Raghu, il piccolo elefante di Guneet Monga e Kartiki Gonsalves, vincitore dell’Oscar come miglior corto documentario: nell’India meridionale la coppia formata da Bomman e Bellie dedica la propria vita alle cure di un piccolo elefante rimasto orfano.

 

Applausi a Jenny, l’asinella star de ‘Gli spiriti dell’isola’

Che il cinema abbia reso star numerosi animale è cosa nota. E stavolta Hollywood ha riservato le luci della ribalta anche a Jenny the Donkey, l’asinella star del film Gli spiriti dell’isola di Martin McDonagh, selezionato tra i dieci in corsa per l’Oscar come miglior film. Un po’ confusa e un po’ spaurita, Jenny è stata condotta sul palco dal conduttore della serata Jimmy Kimmel e la la platea del Dolby Theater le ha dedicato un applauso.

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Miglior film internazionale ‘Niente di nuovo sul fronte occidentale’

Seconda statuetta per il tedesco Niente di nuovo sul fronte occidentale, che riceve l’Oscar come miglior film internazionale, consegnato sul palco al regista Edward Berger. Tratto dal bestseller di Erich Maria Remarque, il film racconta la storia di un giovane soldato tedesco sul fronte occidentale durante la Prima guerra mondiale. Paul e i suoi compagni scoprono in prima persona come l’euforia iniziale della guerra si trasforma in disperazione e paura quando si trovano a lottare per le proprie vite e tra di loro nelle trincee. 

Le pantere colpiscono ancora: Oscar per i costumi a ‘Wakanda forever’

E’ andato a Black Panther: Wakanda forever diretto da Ryan Coogler l’Oscar per i migliori costumi. A ritirare il premio la creatrice Ruth Carter, già vincitrice dell’Oscar nel 2018 per Black Panther. Sessantadue anni, costumista e produttrice, Ruth Carter è stata candidata all’Oscar quattro volte: per i costumi di Malcolm X, diretto da Spike Lee nel 1992 e per quelli di Amistad, diretto da Steven Spielberg nel 1997 (oltre che per i due Black Panther). È una delle storiche collaboratrici di Spike Lee.

Italia a mani vuote, niente da fare per le nostre due nomination

Niente da fare per i candidati italiani: il cortometraggio Le pupille di Alice Rohrwacher è stato battuto da An irish goodbye, diretto da Tom BerkeleyRoss White, poco dopo delusione anche con l’Oscar per il miglior trucco andato a Adrien Morot, Judy Chin e Annemarie Bradley per il film The whale, quindi niente da fare neanche per Aldo Signoretti, candidato per Elvis di Baz Luhrmann.

Austin Butler in 'Elvis'

Austin Butler in ‘Elvis’ 

 

“Trucco e parrucco”, l’Oscar va a ‘The whale’

Brendar Fraser come non l’avevamo mai visto: la straordinaria metamorfosi dell’attore in The whale, che ha segnato il suo ritorno sul grande scena dopo lunga assenza, merito una statuetta: al film va l’Oscar per il miglior trucco

Oscar per la migliore fotografia a ‘Niente di nuovo sul fronte occidentale’

E’ la sorpresa di questa edizione, con nome candidature. Ed ecco la prima statuetta: Niente di nuovo sul fronte occidentale porta a casa l’Oscar per la migliore fotografia assegnato a James Friend.

La moglie di Navalny: “Sogno il giorno in cui la Russia sarà libera”

“Mio marito è in carcere solo perché ha difeso la libertà e la democrazia. Io sogno il giorno in cui lui sarà libero, sogno il giorno in cui sarà libero il mio Paese”. Così Julija Navalnaja, la moglie di Alexey Navalny, principale oppositore del presidente russo Vladimir Putin, sul palco del Dolby Theatre, dove è stato premiato con l’Oscar il documentario dedicato a suo marito.

 

Alice Rohrwacher, niente da fare per ‘Le pupille’: il miglior corto è ‘An irish goodbye’

Va a An irish goodbye, di Tom Berkeley e Ross White, l’Oscar per il migliore cortometraggio: battuto Le pupille di Alice Rohrwacher, favorito della vigilia e “sostenuto” dal tifo italiano.

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Oscar al miglior documentario a ‘Navalny’, la vera storia dell’oppositore di Putin

Oscar dal forte significato politico per la sezione miglior documentario. Il vincitore è Navalny che racconta la vicenda dell’avvelenamento di uno dei principali oppositori di Putin, Alexei Navalny, fondatore del movimento “Russia del futuro” e della Fondazione anti corruzione, ricoverato – e poi in coma – nel 2020 poi trasferito d’urgenza a Berlino. Approfittando della riabilitazione di Navalny in un paesino della Foresta nera, Il regista Daniel Roher lo ha intervistato durante la sua riabilitazione nella Foresta nera. 

Il trionfo di Jamie Lee Curtis: Oscar come migliore attrice non protagonista

Seconda statuetta per ‘Everything everywhere all at once’: Jamie Lee Curtis è la migliore attrice non protagonista. Sessantaquattro anni, figlia di Tony Curtis e Janet Leigh, Jamie Lee Curtis è la star della della saga horror Halloween e ha partecipato, nella sua carriera, ad alcuni film culto come Una poltrona per due (1983), per il quale ha vinto il BAFTA alla migliore attrice non protagonista, e Un pesce di nome Wanda (1988). Per Everything everywhere all at once si è aggiudicata due Screen Actors Guild Awards come migliore attrice non protagonista ed è stata candidata ai Critics’ Choice Awards, al Golden Globe, al Premio BAFTA. Nel 2021 le è stato consegnato il Leone d’oro alla carriera alla 78esima Mostra del cinema di Venezia.

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Miglior attore non protagonista Ke Huy Quan

Prima statuetta per il super favorito ‘Everything everywhere all at once’: il miglior attore non protagonista è Ke Huy Quan. Commosso, si è rivolto alla madre: “Guarda, ho appena vinto un Oscar”. E ancora: “Il mio viaggio è cominciato su una barca di profughi, in qualche modo sono finito qui, a Hollywood. Non sono storie di cinema, sono storie reali: è questo il vero sogno americano”.

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La prima statuetta ha il naso lungo: il miglior film d’animazione è ‘Pinocchio’

Apre le danze il premio per il migliore lungometraggio animato: il vincitore è ‘Pinocchio‘ di Guillermo Del Toro

Dante Ferretti: “Ho votato per Spielberg”

 “Agli Oscar ho votato per Spielberg”. Lo ha rivelato lo scenografo Dante Ferretti, a sua volta vincitore di tre statuette, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, a poche ore dall’inizio della cerimonia della 95esima edizione degli Academy Awards.

Glenn Close non ci sarà: ha il Covid

Glenn Close non sarà tra i presentatori degli Oscar perché è risultata positiva al Covid. Lo scrive Hollywood Reporter spiegando che l’attrice è a casa in isolamento. Il nome di Glenn Close era stato annunciato nell’elenco dei presentatori della serata insieme ad altre star tra cui spiccano Nicole Kidman, Antonio Banderas, Ariana DeBose, Harrison Ford, Jessica Chastain, Samuel L. Jackson, Janelle Monße e John Cho.

Lady Gaga si esibirà a sorpresa in ‘Hold my hand’

Lady Gaga dovrebbe fare un’apparizione a sorpresa alla cerimonia di consegna degli Oscar per eseguire Hold my hand, brano della colonna sonora di Top Gun: Maverick e candidata tra le miglior canzoni. Lo rivela Variety riportando le voci di diversi addetti ai lavori a condizione di rimanere anonimi. Si tratta di una decisione dell’ultimo minuto poiché Lady Gaga aveva annunciato che avrebbe saltato lo spettacolo di premiazione perché impeganta nelle riprese del film Joker: Folie à deux.

Attesa in India per i film candidati

Quest’anno l’India è in corsa agli Academy Award con tre candidature: “Naatu Naatu”, la canzone del film “RRR” di S.S. Rajamouli, già vincitrice del Golden Globe, in gara per la miglior canzone originale, e i due documentari “All that Breathes” e “The Elephant Whisperers”.

 

Ai vincitori dell’oscar la statuetta alternativa degli Yanomami
 

Insolita premiazione agli Oscar 2023: nella cerimonia, i vincitori riceveranno una statuetta, a forma della divinità Omama, che non utilizza metalli preziosi nella sua composizione. L’iniziativa è frutto di un’idea dell’agenzia DM9 con la comunità Yanomami (un gruppo etnico che abita per lo più la zona di foresta compresa tra i bacini dei fiumi Orinoco e Rio delle Amazzoni), per sensibilizzare sullo sfruttamento illegale dell’oro nelle terre situate nel nord del Brasile. Prima della consegna delle statuette, 20 dei candidati all’Oscar riceveranno, tramite i social, anche un film che ha come protagonista Junior Hekurari Yanomami, leader dell’associazione Urihi Yanomami, che, parlando nella sua lingua madre, sottolinea come l’oro abbia assunto il significato di “morte e distruzione” per i nativi, la foresta e le creature dell’Amazzonia. Gli Yanomami stanno affrontando una grave crisi umanitaria a causa dell’azione dei cercatori d’oro illegali, che da decenni hanno invaso le terre.

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L’improbabile favorito (in cui recita anche Sabina Impacciatore)

“Everything Everywhere All at Once” uno stravagante film di fantascienza con molteplici universi, entra nella cerimonia degli Oscar come il favorito per il miglior film. I capi dell’Accademia sperano che il pubblico si sintonizzi per vedere se il folle successo da 100 milioni di dollari possa puntare il premio più ambito di Hollywood e tracciare una linea sotto il famigerato schiaffo di Will Smith al gala dello scorso anno.

Il premio al film più brutto dell’anno? ‘Blonde’

La vigilia degli Oscar è, come da tradizione, preceduta dai Razzie, i premi annuali per le produzioni più brutte di Hollywood. Blonde si è aggiudicato il premio come peggior film, mentre Tom Hanks nella parte del Colonnello Tom Parker che fece la fortuna e la rovina di Elvis Presley, è stato ‘premiato’ come peggior attore non protagonista ma anche per la peggior combinazione “faccia di latex e ridicolo accento”.

Razzie Award 2023, i temuti premi ai peggiori film e attori a ‘Blonde’ e Tom Hanks



Un black out temporaneo ha intralciato le prove

Un black out ha messo al buio a più riprese la zona dell’Hollywood Boulevard dove si trova il Dolby Theater, alla vigilia degli Academy Awards. Colpito dall’interruzione dell’elettricità, oltre al Dolby stesso, è stato anche l’Hollywood Roosevelt Hotel, dall’altro lato della strada, dove molte star si appoggiano per completare i preparativi per la serata. La corrente nell’auditorium del Dolby e lungo il red carpet è stata ripristinata e le prove generali della cerimonia sono ricominciate.

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