WWE Vintage Critic – Countdown to WrestleMania #32

La posta per WrestleMania 32 era altissima. C’era uno stadio gigantesco da riempire, il pubblico rifiutava in ogni maniera possibile il top face della compagnia e alcuni grandi nomi erano ai box per infortunio, alcuni dei quali addirittura costretti a chiudere la carriera. I nomi principali assenti per lo show erano: John Cena, Seth Rollins, Randy Orton, Cesaro, Luke Harper, Neville, Sting e Tyson Kidd, con gli ultimi due che non torneranno mai più a lottare – perlomeno Tyson, Sting approderà in AEW alcuni anni dopo. Per attirare qualche fan di lunga data in più, si fece affidamento sul ritorno a sorpresa di Shane McMahon dopo quasi 7 anni fuori dalla compagnia. Chi ricorda, sa bene che il suo ritorno è stato uno dei più grandi dell’ultimo decennio. Per ripicca personale (in chiave storyline, s’intende), papà Vince decise di metterlo in un Hell in a Cell contro il “suo” cavallo più micidiale in stalla: The Undertaker. Per creare maggior interesse, la stipulazione era che in caso di vittoria, Shane avrebbe ottenuto il controllo di Raw. L’interesse per il match era enorme dati i precedenti di Shane-O-Mac che in match violenti ha fatto sempre grandi cose, ma anche quelli di Undertaker, che è considerato uno dei “padroni” degli Hell in a Cell.

Il match più importante, invece, era quello per il titolo mondiale. Triple H era il campione in carica dopo aver vinto clamorosamente la Royal Rumble, laureandosi WWE World Heavyweight Champion. Lo sfidante era Roman Reigns, ancora alla ricerca della consacrazione definitiva, anche se veniva sommerso da fischi ovunque si trovasse, maggiormente perché il WWE Universe non voleva vederlo in veste di Cena 2.0, cosa che però rischiava di diventare e, in parte, già era. Questa è la prima edizione di WrestleMania, nella cui concomitanza si tenne anche NXT TakeOver durante il WrestleMania Weekend. Come se non bastasse la quantità di wrestling, questo show arrivò alla durata di sette ore compreso il kick-off. Visto che la vendita dell’evento in PPV non era più la fonte principale di incassi, si mirava a fare soldi con le vendite dei biglietti e con gli abbonamenti al WWE Network.

Il numero di spettatori presenti è come sempre un po’ “gonfiato” dalla WWE. Secondo le fonti più attendibili, gli spettatori muniti di biglietto erano sugli 80.000, mentre tra tutti i presenti nell’edificio ammontavano all’incirca a 97.000, ma siccome alla compagnia di Stamford piace molto parlare di nuovi record, annunceranno durante l’evento la cifra di 101.763. Inoltre, durante lo show saranno presentati numerosi commentatori da tutto il mondo, compreso il duo Franchini-Posa, mentre dal tavolo di commento giapponese, ci saluta Funaki (INDEEEEEEED!!!). Andiamo a vedere lo show, va’, che 7 ore sono tante. Dall’AT&T Stadium di Arlington, Texas…

WrestleMania 32

È il 3 aprile 2016 e siamo in casa dei Dallas Cowboys. Al tavolo di commento americano ci sono JBL, Byron Saxton e Michael Cole, mentre hanno commentato il kick-off Jerry Lawler e Mauro Ranallo insieme a Byron Saxton. Vicino agli americani, ci sono i commentatori spagnoli Carlos Cabrera e Marcelo Rodriguez e anche il duo tedesco: Carsten Schaefer e Sebastian Hackl. A cantare l’inno nazionale, c’è il quintetto Fifth Harmony.

Nel kick-off della durata di due ore, si sono tenuti ben tre match. Nel primo, Kalisto ha sconfitto Ryback conservando la US Championship. Il secondo match è servito solo a fare numero: il Team Total Divas (Alicia Fox, Brie Bella, Eva Marie, Natalya e Paige) hanno sconfitto il Team B.A.D. and Blonde (Emma, Lana, Naomi, Summer Rae e Tamina). Anche se bisogna dire che, da alcuni mesi a questa parte, la divisione femminile era cresciuta notevolmente grazie alla Divas’ Revolution (o Evolution, non sapevano decidersi come definirla).

Il terzo match ha visto invece la vittoria degli Usos sui Dudley Boyz.

Il main show parte in bellezza con un Ladder Match per il titolo intercontinentale – il secondo di fila ad aprire lo Showcase of the Immortals. I partecipanti sono Kevin Owens (campione in carica), Sami Zayn, The Miz, Dolph Ziggler, Sin Cara, Stardust (Cody Rhodes) e Zack Ryder. Il momento migliore del match è la Frog Splash di Owens su Sami Zayn su di una scala che si spezza. Il “This is awesome!” del pubblico è più che meritato. Il match è comodamente da quattro stelle e con grande sorpresa di tutti, vince Zack Ryder perché alla WWE piace l’effetto sorpresa. Lo stesso Kevin Owens aveva detto in un promo che lo stesso Long Island Iced Z “a momenti era costretto a comprarsi un biglietto per essere presente allo show”, il che rispecchia perfettamente lo standing del nuovo campione, che perderà il titolo la sera successiva.

Il match numero due è uno di quelli che, alla vigilia, ci fanno sperare in un capolavoro. Dopo l’implosione del team Y2AJ grazie al turn heel di Chris Jericho, la resa dei conti arriva proprio qui. AJ Styles, che ha debuttato in maniera memorabile alla Royal Rumble, fa adesso il suo debutto al Granddaddy of them All. Questi due veterani fanno bene, ma qualcosa sembra non tornare, può essere la mancanza di alchimia, ma fatto stà che il match non passa mai alla fase successiva. Tuttavia, il match risulta abbastanza piacevole. Il vincitore è Chris Jericho.

Per il terzo match, il New Day fa un’entrata spettacolare: saltano fuori da una gigantesca scatola di Booty-O’s. I loro avversari sono la League of Nations: Sheamus, Rusev e Alberto Del Rio. Con gli heel, c’è anche King Barrett. Sono proprio gli heel a vincere il match dopo dieci minuti di lottato decente, ma nulla di memorabile.

In compenso, è assai più memorabile quello che succede nel post-match: gli heel fanno un promo spaccone, ma all’improvviso arrivano nell’ordine Shawn Michaels, Mick Foley e Stone Cold Steve Austin. Il boato di 100.000 spettatori è incredibile. Parte il brawl tra le leggende e la League of Nations, con i primi che hanno la meglio. Dopodiché, il New Day sale sul ring e invita le leggende a fare il loro balletto, ma Xavier Woods si becca la Stone Cold Stunner e inizia il Beer Bash alla Austin. Grandissimo momento nostalgico, che ha generato di lunga il pop più rumoroso della serata.

Il prossimo match è il culmine della faida tra Brock Lesnar e Dean Ambrose. Purtroppo, in questo periodo, il Beast Incarnate non fa altro che il compitino, per cui il match che ne viene fuori è tanto robotico quanto noioso nonché privo di innovazioni nonostante la stipulazione No holds Barred. Il vincitore che chiude la faida definitivamente, è proprio Brock.

È arrivato il momento di presentare la Hall of Fame Class 2016. Gli indotti sono Stan Hansen, The Godfather, Big Boss Man (postumo), Jacqueline, i Fabulous Freebirds (Michael Hayes, Terry Gordy, Buddy Roberts e Jimmy Garvin), Snoop Dogg e Sting. Il Warrior Award va a Joan Lunden. La classe “Legacy” inaugurale della Hall of Fame è composta da: Mildred Burke, Frank Gotch, George Hackenschmidt, Ed “Strangler” Lewis, Pat O’Connor, Lou Thesz e “Sailor” Art Thomas.

Un clip ci mostra come, nel kick-off, la Hall of Famer Lita ha presentato la nuova cintura per il titolo femminile. È stata la fine per la Divas Championship in quanto le donne non dovevano più essere nominate “divas”. Per questo, fa il suo debutto (o ritorno) la WWE Women’s Championship, in palio nel prossimo match (per motivi tecnici, non riesco a riportarvi il video sotto il paragrafo. Se volete vedere il match, cliccate qui). Ad affrontarsi sono tre tra le prime donne che hanno rivoluzionato il lottato femminile in WWE: Becky Lynch, Sasha Banks e Charlotte Flair. Le tre ragazze danno vita ad un match degno di WrestleMania, di una qualità mai vista per un match femminile. A vincere il match e laurearsi prima WWE Women’s Champion è Charlotte, grazie all’aiuto del padre Ric. Match molto convincente con il quale la figlia del Nature Boy continua la striscia vincente in PPV.

Adesso è ora dell’Hell in a Cell Match. Shane McMahon arriva in compagnia dei suoi figli che fanno con lui il balletto tipico di Shane-O-Mac. Il suo avversario, The Undertaker, viene accolto come sempre da un boato. La posta in palio è alta per il figlio del Chairman. L’incontro è sostanzialmente un brawl che cerca di rendere l’idea della determinazione di McMahon e la sua convinzione di poter sconfiggere il Deadman. Taker non è più in grado di regalarci i classici che sfornava fino a qualche anno prima, anche perché per farlo, gli manca l’avversario giusto. Il momento che tutti ricorderanno per sempre è quello che arriva nel finale: Shane sale sul tetto della gabbia e si lancia sul becchino, che però si scansa, quindi Shane sfonda il tavolo di commento dopo un volo di 7-8 metri. Probabilmente il bump più grande di tutti i tempi, forse anche superiore a quello di Mick Foley. Parlando di Foley, proprio costui viene ricordato con un gioco di parole da parte di Michael Cole, che palesemente legge il commento dal copione (blooper della regia?): “For the love of Mankind, Shane just exploded through our table!” Per forza di cose, Shane non riprende più conoscenza, quindi Taker lo trascina nel ring e lo finisce con la Tombstone Piledriver. 23-1 per il becchino, che al termine del match si toglie i guanti e li lascia sul quadrato, come se volesse rendere l’idea di aver chiuso. McMahon viene portato via in barella, ma alza il pollice per rassicurare i fan che lo acclamano per il bump che ha preso.

La André The Giant Memorial Battle Royal fa il suo ritorno nel main show. Con grande sorpresa dei fan, uno dei partecipanti è Shaquille O’Neal, il cui staredown con Big Show è uno dei migliori momenti del match. Il vincitore della Battle Royal è Baron Corbin nella sua prima apparizione nel main roster.

È ora di fare un po’ di show, per cui salgono sullo stage le cheerleader dei Dallas Cowboys che si esibiscono in un ballo, ma vengono interrotte da The Rock che viene accolto da un pop gigantesco dal pubblico di Dallas. Rocky annuncia il numero di spettatori (101.763) e gioca un po’ con il pubblico, ma poi arriva la Wyatt Family, che sono Bray Wyatt, Erick Rowan e Braun Strowman. Dopo un battibecco, The Rock si dichiara pronto ad affrontarne uno a caso in un match, ora, subito. La scelta cade su Erick Rowan. Campana, Rock Bottom, 1, 2, 3! The Rock vince entro 6 secondi ed è quindi la vittoria più rapida nella storia di WrestleMania. Se il People’s Champion non dovesse affrontare il cugino nemmeno l’anno prossimo, questo è stato il suo ultimo “match” in carriera. Ma non finisce qui. La Wyatt Family circonda il ring, pronta ad attaccare. Attenzione! Risuona la musica di John Cena, che arriva anche lui accolto da un grosso boato. Rock e Cena si sbarazzano di Bray e i suoi seguaci e chiudono il segmento festeggiando insieme. È stato bello rivedere sia il Great One che Cena, ma è una lama a doppio taglio: i membri della Wyatt Family, ormai, facevano quasi sempre la figura dei fessi.

Ed eccoci giunti al main event. Stephanie McMahon fa un promo offensivo prima del match, poi arriva Triple H prima e Roman Reigns dopo. Sono due le cose per le quali questo match è ricordato. 1. I fischi incessanti per il Big Dog. 2. Il match deludente. La mancanza di una stipulazione che “scateni” un po’ tutti e due rende il match poco coinvolgente, inoltre è di durata eccessiva. L’unico pop del match arriva quando Reigns colpisce per sbaglio Stephanie con la Spear. La vittoria di Roman è inevitabile e arriva dopo 27 minuti di quello che è un match totalmente da dimenticare e non degno di essere il main event dello Showcase of the Immortals. I fischi per il nuovo campione sono pressoché assordanti, ma a peggiorare le cose è il team di commento che fa finta di niente, anzi afferma che il mondo stia festeggiando insieme a Reigns. La sera successiva, Reigns fará il promo “I’m not a good guy, I’m not a bad guy, I am THE guy”, che perlomeno è un tentativo di dargli quel pizzico di personalità edgy che lo renda più simpatico ai fan. Ma anche questo fallirà. L’ostilità del pubblico nei confronti di Reigns supera di gran lunga quella contro Cena di dieci anni prima. Ciononostante, WrestleMania 32 si conclude con Reigns che alza la cintura festeggiando la vittoria.

Il main show è durato 4:51:57 mentre il kick-off era di due ore e mezza esatte, il che ci porta ad una durata totale di 7:21:57. La durata dei match, compresi quelli del kick-off, è di 2:44:29. Senza il kick-off, invece, sono 2:18:48. Il totale del lottato equivale a 37,1% se contiamo anche il preshow e a 47,5% senza. Il tutto ci porta ad una sola conclusione: sette ore sono troppe per una notte, punto e basta.

Questa WrestleMania non è stata brutta, anche se ci ha regalato solo due match veramente belli. Ma lascia l’amaro in bocca il main event di pessima qualità (considerando i lottatori ivi coinvolti) e un’altra cosa che rende quest’edizione storica in senso negativo: è stata la serata dei vincitori sbagliati! Cominciamo con l’opener: a che pro dare la vittoria a Zack Ryder per poi fargli perdere la cintura la sera successiva? Poi Styles-Jericho: se il “nuovo” talento in WWE è Styles, perché farlo sconfiggere nel suo importante debutto in quel di WrestleMania? Poi ancora: la League of Nations ha vinto l’incontro solo ed esclusivamente per permettere alle leggende di uscire a prenderli a calci in culo, ma visto il trattamento riservato alla stable, perché farli vincere proprio contro il New Day che era ad un livello di overness come pochi altri? Brock Lesnar-Ambrose lasciamo perdere, ci poteva stare, visto che Lesnar era una forza imbattibile da anni, ormai. Il match femminile invece è stata un’occasione sprecata. Qui l’unico risultato giusto sarebbe stata la vittoria di Sasha Banks. Il pubblico era pronto per vedere la sua consacrazione, e invece la vittoria va all’intoccabile figlia d’arte. E per finire, Undertaker contro Shane: sì, la vittoria di Taker era scontata e anche cosa buona e giusta, per carità. Ma se la storyline che proponi è che Shane deve battere il becchino per avere il controllo di Raw, allora la sua sconfitta dovrebbe chiudere la questione, giusto? E invece, la sera successiva a Raw, Shane viene nominato General Manager di Raw perché sì, di fatto rendendo inutile tutta la storia che ha portato al match contro il Phenom. Corbin come vincitore della Battle Royal va bene così e anche Reigns era la scelta giusta. Ma 2/3 dei match hanno avuto il/la vincitore/vincitrice sbagliato/a. Questo fa sì che l’edizione 32 venga ricordata in modo negativo. Detto questo, non va trascurato che l’atmosfera in un arena con 100.000 fan presenti è decisamente da vedere, ma quello che manca all’evento è un classico eterno. Per cui, non guasta andarlo a vedere, ma non vi perdete niente se non lo fate. Il mio voto è di 6,5/10. Voi che ne dite?

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Ci si vede domani con WrestleMania 33!

Io sono il WWE Vintage Critic, e viaggio nel tempo al posto vostro!

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WrestleMania Ratings (su 10):

WrestleMania 17 – 10

WrestleMania 19 – 9,5

WrestleMania 30 – 8,75

WrestleMania 31 – 8,5

WrestleMania 21 – 8,5

WrestleMania 28 – 8

WrestleMania 20 – 8

WrestleMania 24 – 7,75

WrestleMania 26 – 7,5

WrestleMania 23 – 7,5

WrestleMania 10 – 7

WrestleMania 227

WrestleMania 3 – 7

WrestleMania 25 – 6,75

WrestleMania 14 – 6,75

WrestleMania 8 – 6,5

WrestleMania 32 – 6,5

WrestleMania 18 – 6,25

WrestleMania 7 – 6

WrestleMania 12 – 6

WrestleMania 29 – 5,75

WrestleMania 16 – 5,5

WrestleMania 6 – 5,5

WrestleMania 27 – 5,25

WrestleMania 15 – 5,25

WrestleMania 1 – 5

WrestleMania 11 – 5

WrestleMania 13 – 4

WrestleMania 5 – 3,25

WrestleMania 2 – 3

WrestleMania 4 – 2

WrestleMania 9 – 1,5

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