WWE Vintage Critic – Countdown to WrestleMania #30

Chiunque abbia assistito all’edizione numero 30 dello Showcase of the Immortals, sa benissimo di avere assistito ad un importante pezzo di storia. È stata la prima WrestleMania dal lancio del WWE Network, la prima WrestleMania a presentare la Andre The Giant Memorial Battle Royal e soprattutto quella il cui finale fu “dirottato” dalla folla in quanto si rischiava di concludere il trentennale con un fiasco se non ci fosse stato il cambio di rotta quasi all’ultimo minuto.

Tutti ci aspettavamo uno show carico di momenti nostalgici e, allo stesso tempo, di vedere le nuove leve emergere e fare bella figura. Gli acquisti non superarono i 690.000, ma gli incassi furono comunque notevoli, grazie anche e soprattutto alle iscrizioni al Network per “soli” 9,99 dollari. L’uomo di punta era senza dubbio Daniel Bryan, il lottatore più over del momento. I piani originali lo avrebbero visto in un ruolo minore in quel di WrestleMania, ma con la dipartita di CM Punk e con i tifosi che rifiutarono il rientrante Batista come vincitore della Royal Rumble, i piani furono cambiati e Daniel entrò a far parte del giro titolato. Ma vediamo com’è andato lo show. Dal Mercedes-Benz Superdome di New Orleans, Louisiana…

WrestleMania XXX

È il 6 aprile 2014 e gli spettatori, come si dirà durante lo show, sono 75.167. Al commento inglese, ci sono Michael Cole, Jerry Lawler e JBL, per il pubblico spagnolo ci sono Carlos Cabrera, Marcelo Rodriguez e Ricardo Rodriguez (annunciatore personale di Alberto Del Rio). Per la prima volta da molti anni, fanno il loro ritorno a bordo ring anche i commentatori francesi, che sono Christophe Agius e Philippe Chéreau. Niente inno nazionale per il secondo anno di fila.

Durante il preshow si è tenuto un Fatal 4 Way ad eliminazione per i titoli di coppia, in cui gli Usos hanno sconfitto Los Matadores (Diego e Fernando), i Real Americans (Cesaro e Jack Swagger) e RybAxel (Ryback e Curtis Axel).

Il trentennale di WrestleMania si apre con l’uomo che ha avuto un ruolo importante nell’ingrandimento del wrestling in sé: Hulk Hogan, che è il Host dell’evento. Durante il suo promo, si sbaglia clamorosamente e si dichiara felice di trovarsi nel Silverdome (che era la sede che ospitò WrestleMania 3 in quel di Pontiac, vicino Detroit), ma poi si corregge. Viene poi raggiunto da Stone Cold Steve Austin che prontamente lo prende in giro per l’errore, ma è già di per sé un grande momento il vederli insieme sul ring. Per rendere il segmento ancor più epico di quanto non sia, arriva anche The Rock. I tre scherzano ancora un po’ e scandiscono ognuno la propria catchphrase. Inizio memorabile con le tre superstar probabilmente più grandi di tutti i tempi.

Ha poi inizio lo show con la prima cannonata che non delude. Daniel Bryan deve sconfiggere Triple H per avere un posto nel main event. La storyline è che l’Authority (Hunter e Stephanie) vedono Bryan come un “B+ player” indegno di stare sul ring con gli “A+ player” come Randy Orton o Batista. Grande video dedicato all’American Dragon.

Il match risulta grandioso anche se un po’ eccessivo nel minutaggio, arrivando a 26 minuti. Questo gli costa un po’ la qualità, che avrebbe potuto essere un classico, ma non ci va molto lontano. Sotto gli “YES, YES” del pubblico, Bryan batte il Cerebral Assassin e si guadagna il diritto di lottare per il titolo, tramutando il main event in un Triple Threat. Il COO della WWE non ci sta e assale Bryan nel post-match, ferendogli il braccio a sediate.

Il prossimo match vede The Shield (Ambrose, Rollins e Reigns) affrontare Kane e i New Age Outlaws (Road Dogg e Billy Gunn) in un match da appena tre minuti, che serviva solo a dare un’altra importante vittoria agli Hounds of Justice dopo il loro recente turn face. Peccato che non abbiano avuto qualche minuto in più, perché erano maledettamente over, nel frattempo.

Dal backstage, assistiamo ad un segmento comico con alcune leggende: Hacksaw Jim Duggan, Sgt. Slaughter, Danny Davis, Ricky Steamboat, Ted DiBiase e Ron Simmons che conclude con il suo storico “DAMN!”

Ed è il momento della prima André The Giant Memorial Battle Royal, la cui vittoria viene venduta come altamente prestigiosa. A vincerla è Cesaro, che per farlo, solleva Big Show e lo scaraventa fuori dal ring, generando il suo WrestleMania Moment personale. Il suo premio è una statuetta di André The Giant.

Da alcuni mesi a questa parte, la Wyatt Family è una forza inarrestabile che ha spazzato via chiunque si trovasse davanti, con gente del calibro di CM Punk, Daniel Bryan, The Shield e altri. Il loro leader, Bray Wyatt, decise quindi di sfidare la più grande superstar in circolazione: John Cena. Il booking era semplice e non si poteva sbagliare: doveva vincere l’Eater of Worlds.

L’atmosfera è quella giusta. Le donne e i bambini stanno dalla parte del leader della Cenation, mentre i fan più smart appoggiano Bray, che è visto da molti come il nuovo Undertaker. Infatti, Wyatt si comporta come un lunatico durante il match, cantando il brano religioso “He’s got the whole world in his hands”, con il quale però intende sé stesso. Bray passa una sedia a John Cena e lo invita a colpirlo, ma Cena colpisce Erick Rowan che stava per interferire nel match. Dopo quasi 23 minuti, John sconfigge Wyatt con la AA. A partire da questo momento, Bray sarà solo un personaggio spaventoso che finirà puntualmente per essere sconfitto da tutti. È quindi l’ennesima superstar il cui push termina dopo non aver superato l’ostacolo di nome John Cena. Non era colpa di John, ma in fin dei conti, era questo il motivo principale per cui molti lo odiavano.

È ora di presentare la Hall of Fame Class 2014: Jake “The Snake” Roberts, Razor Ramon, Lita, Carlos Colon, Mr. T (che ama molto sua madre), Paul Bearer (postumo) e The Ultimate Warrior, che nessuno avrebbe mai creduto di rivedere in WWE visti i suoi trascorsi con Vince McMahon. Warrior apparirà a Raw la sera successiva e saluterà il pubblico con un promo che, col senno di poi, sembrava essere un addio per sempre. Morì all’improvviso la sera dopo Raw. RIP Warrior. Ci hai elettrizzati quando eravamo bambini. È come hai detto tu: “The spirit of the Ultimate Warrior will run foreveeeeeeer!!!”

Ed eccoci giunti per la sesta volta al match che tutti aspettavamo di vedere perché eravamo sicuri che sarebbe diventato un classico, tanto eravamo ormai abituati a vedere The Undertaker regalarci il match della serata. Il suo avversario è Brock Lesnar, accompagnato da Paul Heyman. Il match si vendeva da solo, visto che i fan di lunga data ricordavano i match che questi due ci avevano regalato all’inizio del millennio. Mai al mondo avremmo scommesso contro il becchino, innanzitutto perché convinti che proprio Brock Lesnar non avesse bisogno di una vittoria così prestigiosa. In un qualche momento mai individuato nel match, Undertaker patisce una commozione cerebrale che lo porterà ad una temporanea amnesia. La qualità del match ne soffre, tant’è che per la prima volta dopo quattro anni, Taker lotta in un match non piacevole. Dopo la terza F5, Undertaker non si rialza ed è un minuto di shock e di silenzio sospeso. Perfino Paul Heyman è esterrefatto e ammutolito. Io rimango a bocca aperta a fissare il televisore, sperando di aver visto male come tutti gli altri. I commentatori non dicono una parola, le telecamere inquadrano numerosi fan che non credono ai loro occhi. Non si può descrivere lo stato di shock in cui si trovano letteralmente tutti i presenti in arena e anche quelli davanti alle TV. Solo dopo circa uno o due minuti, Justin Roberts annuncia Brock Lesnar come vincitore. A togliere ogni dubbio è la grafica che mostra 21-1. Solo adesso, alcuni fan applaudono. La Streak è finita. Io, adulto vaccinato di 28 anni, mi metto a piangere in preda alla disperazione. Non avrei mai voluto che la Streak terminasse. Rimango alcuni minuti a pensare che sarebbe stato meglio per Taker chiudere la carriera dopo il 20-0. Cerco spiegazioni, immaginando che abbiano dovuto cambiare il finale all’istante perché il Deadman si è fatto male. Oppure che abbia sbagliato il tempismo e non si sia liberato dallo schienamento in tempo. Non voglio accettare quello che ho appena visto. Ricordo che al termine del segmento, andai a fumare una sigaretta per convincermi di avere solo sognato. Ma quando verificai i Quick Results su internet, capii che avevo visto bene purtroppo.

Nell’unico match della storia di WrestleMania valevole per la Divas Championship, AJ Lee è costretta a difendere il titolo nel Vickie Guerrero Invitational Match contro ben 13 sfidanti: Aksana, Alicia Fox, Brie & Nikki Bella, Cameron, Naomi, Emma, Eva Marie, Layla, Rosa Mendes, Summer Raw, Tamina Snuka e Natalya. Il match serve solo per fare da cooler, infatti non è nulla di memorabile. AJ vince grazie alla Black Widow, con la quale sottomette Naomi.

Dal backstage, assistiamo ad un altro segmento con delle leggende. Stavolta sono Mean Gene Okerlund, Roddy Piper, Paul Orndorff, Mr. T e Hulk Hogan. Gli ultimi quattro sono stati i primi a combattere nel main event di WrestleMania. Dopo quasi trent’anni, è arrivato il momento di seppellire l’ascia di guerra. Le leggende si stringono la mano. Bel momento nostalgico.

Ed è arrivato il momento del main event. Il rientrante Batista aveva vinto la Royal Rumble e doveva essere il face di punta che sfidava l’ex compagno dell’Evolution. Ma visti i fischi del pubblico che voleva vedere Daniel Bryan al posto di The Animal, quest’ultimo turnò heel durante il build-up del match. Per questo, alcuni lo chiamavano Boo-Tista. Daniel Bryan, nonostante sia stato malmenato da Triple H dopo l’opener, non manca all’appuntamento.

Benché molti siano ancora scossi per la sconfitta di Undertaker, sono comunque pronti per questo finale coi fiocchi. Il match ricorda a molti il main event di WrestleMania 20 in quanto, all’epoca, fu Chris Benoit a godere dell’appoggio della folla. Arriva Triple H a cercare di mettere Bryan fuori combattimento. I tifosi gridano il nome di CM Punk, sperando ancora che possa arrivare a dare man forte all’amico conosciuto in Ring of Honor. Ancora per alcuni giorni, erano in molti a credere che il walk-out di CM Punk fosse un work e che aspettavano di farlo tornare in pompa magna. Ma non fu così: Punk non tornò mai più in WWE. Uno dei momenti chiave del match è la combinazione Batista Bomb/RKO ai danni di Bryan che manda il tavolo di commento in frantumi. Arrivano subito i paramedici a controllare le condizioni dell’American Dragon, mentre Orton e Batista si contendono la vittoria. Bryan viene portato via in barella, ma si rialza e torna sul quadrato. Che magnifico match! Siamo di nuovo un tantino sotto alle cinque stelle, ma è comunque un match incredibile. Raggiungiamo il picco quando The Animal va a segno con la Batista Bomb su Orton e Bryan colpisce Batista con il Busaiku Kick per poi chiuderlo nel suo Yes Lock! Pubblico in visibilio! Batista tenta di liberarsi, ma non ci riesce e quindi cede. La folla esplode! Daniel Bryan è il nuovo WWE World Heavyweight Champion! Finalmente è finita la caccia al titolo che è durata la bellezza di due anni e che è stata sempre accompagnata dagli assordanti “YES! YES! YES!” dei tifosi. Un finale indimenticabile di uno evento IN-CRE-DI-BI-LE!!!

Questo storico evento è durato 3:53:38, mentre il solo lottato ammonta a 2:01:04, che equivale a 51,8%. Notevole, considerando il tempo che se n’è andato per gli ingressi, per i segmenti dal backstage, i video package e soprattutto il promo che ha aperto lo show. Quindi direi che vada bene.

Prima di dare la mia valutazione finale, vorrei fare una piccola riflessione. All’epoca, rimasi molto amareggiato per aver visto Undertaker perdere a WrestleMania. Sono tuttora convinto che non sarebbe stato affatto male se avesse chiuso la carriera senza mai essere sconfitto allo Showcase of the Immortals. Da un mio recente sondaggio si evince invece che, se proprio la Streak doveva finire, è stato uno spreco dare la vittoria a Brock Lesnar, che era un part timer e non aveva bisogno della vittoria. E anche vero dire che, sulle spalle di chiunque altro, sarebbe stata una responsabilità troppo grande da portare avanti. Mettiamo che a battere il becchino sarebbe stato Jinder Mahal (aspettate prima di tirare le pietre, è solo un’ipotesi) – probabilmente sarebbe stato lo spreco più clamoroso della storia, giusto? Lesnar era già un mostro indistruttibile, perlomeno non poteva farci figuracce. Oggi capisco il perché abbiano deciso di dargli la vittoria. Il motivo era semplicissimo: non se lo aspettava nessuno! È stato un momento scioccante di cui si parla ancora oggi, un tema che polarizza come pochi altri nel mondo del wrestling. Ed è di quello che vive il wrestling, giusto? Dei momenti che provocano determinate emozioni. Se vado a vedere lungo la storia di WrestleMania, i match più ricordati sono quelli che hanno trasmesso un’emozione. Come hanno fatto Hulk Hogan e André The Giant, Bret Hart e Shawn Michaels, The Rock e Stone Cold Steve Austin, Shawn Michaels e Kurt Angle oppure Daniel Bryan e Triple H. E così hanno fatto in quest’edizione Undertaker e Brock Lesnar. Eravamo arrabbiati, tristi, scioccati. E non lo abbiamo mai dimenticato. Missione compiuta, quindi. Tuttavia, vi ripeto: se fosse dipeso da me, si sarebbe ritirato da imbattuto.

In conclusione possiamo dire che quest’edizione è stata un susseguirsi di momenti emozionanti dall’inizio alla fine, fatta eccezione per il match femminile. Perfino lo Shield, nella loro breve apparizione, hanno fatto bella figura. La conclusione dello show con più di 70.000 tifosi che si uniscono a fare “YES! YES! YES!” è un’immagine che non dimenticheremo mai. Perciò, il mio voto finale è 8,75/10, il che significa che, tra le prima trenta edizioni, questa è sul podio delle prime tre, e scusate se è poco. Voi invece, cosa ne dite? Raccontatemi come avete vissuto la fine della Streak.

Per lodi, critiche, minacce, percosse, tangenti, domande, suggerimenti o parolacce potete utilizzare i commenti oppure contattarmi via Facebook, Twitter, Instagram oppure via E-Mail scrivendo a (email protected). L’archivio dei numeri precedenti lo trovate qui. Per chi volesse lasciare un like al mio blog tedesco, faccia un salto qui.

Ci si legge domani con WrestleMania 31! Prima che me ne dimentichi, ci tengo a farvi le mie scuse per la tarda ora in cui escono gli articoli questa settimana. Purtroppo, quando si lavora a turni, può capitare anche questo. Ma non mancherò a nessun appuntamento!

Io sono il WWE Vintage Critic, e viaggio nel tempo al posto vostro!

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WrestleMania Ratings (su 10):

WrestleMania 17 – 10

WrestleMania 19 – 9,5

WrestleMania 30 – 8,75

WrestleMania 21 – 8,5

WrestleMania 28 – 8

WrestleMania 20 – 8

WrestleMania 24 – 7,75

WrestleMania 26 – 7,5

WrestleMania 23 – 7,5

WrestleMania 10 – 7

WrestleMania 227

WrestleMania 3 – 7

WrestleMania 25 – 6,75

WrestleMania 14 – 6,75

WrestleMania 8 – 6,5

WrestleMania 18 – 6,25

WrestleMania 7 – 6

WrestleMania 12 – 6

WrestleMania 29 – 5,75

WrestleMania 16 – 5,5

WrestleMania 6 – 5,5

WrestleMania 27 – 5,25

WrestleMania 15 – 5,25

WrestleMania 1 – 5

WrestleMania 11 – 5

WrestleMania 13 – 4

WrestleMania 5 – 3,25

WrestleMania 2 – 3

WrestleMania 4 – 2

WrestleMania 9 – 1,5

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